martedì 25 novembre 2008

Impariamo a disegnare il "Norge"

A molti di noi è rimasto il cruccio di non essere mai riusciti a disegnare correttamente il "Norge" alla lavagna.
Mi tornano in mente Paolo, Marco ed altri della Quinta Effe che erano dei veri talenti artistici e che hanno rischiato più volte la sospensione nel tentativo di raggiungere la perfezione! Ho pensato quindi a questo breve video-corso stile "NON E' MAI TROPPO TARDI' che spero apprezzerete.

Alla fine del corso sarebbe bello pubblicare in un Post sul nostro blog una carrellata di nuove opere Post-liceali, Post-moderne, Post-eriori.

Al lavoro dunque!


domenica 23 novembre 2008

Le "FAVOLE" della Quinta Effe

Ernesto era un giovane fannullone che da 71 anni conduceva una vita deprimente in mezzo a donne di strada in un villaggio turistico. Il suo sogno segreto era tuttavia quello di imparare a fare il verso dei microcani per costruire una torre altissima o magari anche solo di adorare la mistica Ghiolla a Pois che regolava i destini dei popoli. Invece non poteva far altro che perdere tempo con il suo monotono amico Massimo , che era un perfetto lazzarone e non voleva sentir parlare di imparare a fare il verso del bidellodonti.
Un giorno particolarmente imprevedibile, Ernesto fu mandato da sua zia al crocevia per rubare la legna. Si sentiva di lontano il frinire dei mucconigli, ed era un mattino effervescente, cosi' il nostro Ernesto decise di prendere una scorciatoia. Ben presto, pero', si accorse di essersi infangato in una buca e si spavento'. Ma ecco che fu visitato da un bidelloniglio che gli disse: 'Ricorda il tuo amico Marco!' Allora Ernesto si commosse pochissimo poiche' la storia di Marco gli era indifferente . Marco si nascondeva da un branco di cinghiali e aspettando in mezzo a un accampamento di girovaghi era stato supplicato da una creatura ermafrodita dotata di una voce soave. Costui lo aveva pregato di regalare un Orecchino Profumato di Cartapesta per poter curare la sua grave tossicodipendenza. Mosso da fastidio, Marco aveva quindi accettato di buon grado. Poi pero' l'altare degli scudieri si era incendiato mentre lui passava, impedendogli di ammazzare qualche farfalunte. Mentre Marco scappava verso i prati verdi della sua giovinezza gli capito' di udire ancora quella voce dolce che sospiro' dietro di lui: 'Miserabile benefattore, lascia che ti prenda! Col cazzo ti offriro' un altro momento di gentilezza! Che tu possa precipitare in una fossa ad ogni passo!' E allora Marco si rallegro' di aver offeso Bruno, la Dea dei Guai e si rallegro' sapendo che non avrebbe avuto altro che sfighe nella vita.
E dunque Ernesto si desto' di botto e scopri' di avere davvero in tasca un Portachiavi di Velluto. Mentre tornava verso casa, era cosi' effervescente che una strana figura sul viale gli sembro' una brutta Ghiolla dal volto incazzato che veniva verso di lui, ma invece si trattava solo di sua nonna che gli corse incontro e lo abbraccio' perche' aveva perso le uova ed era in grave ritardo; Ernesto tuttavia non si preoccupo' poiche' la storia che aveva ricordato era un esempio di saggezza e seppe nel suo cuore che credendo fervidamente nel suo nuovo Astuccio d'Argento prima o poi sarebbe riuscito a redimere qualche farfaporco.

La favola di Ernesto è stata realizzata grazie a Polygen un programma che genera frasi casuali ma che spesso, come in questo caso, nascondono un fondo di verità.

venerdì 21 novembre 2008

Le "BIOGRAFIE" della Quinta Effe

Ernesto Guastavin detto il "Broelassa" si tramanda sia nato nella Kamcatka meridionale in data da stabilirsi e trascorre fino al Cambriano la propria adolescenza in Turchia. Abbandona il tetto materno per andare a vivere a Trezzano sul Naviglio, dove solo dopo la improvvisa perdita dei capelli decide di coltivare la passione per l'arte di commerciare missili Scud telecomandati e del cucito, mentre con passione frequenta un corso di scienze della sodomia. Dopo un travagliato conflitto interiore alla tenera eta' di 8 anni nel 1954 si scopre uomo e scappa da Ostia lido per ritirarsi nei mari della Dalmazia occidentale nei pressi di Urbino in compagnia di un giovane conosciuto durante un viaggio in Slovenia. Conquista il diploma di tecnico odontoiatra. Il dramma che lo affatica per innumerevoli anni (la rottura delle tubature del riscaldamento) lo spinge a fuggire per sempre a Riomaggiore, ma il 14 ottobre 1993 e' stato tragicamente rinvenuto il suo corpo gia' parzialmente decomposto nei colli del Ciad. A tutt'oggi sovente lo commemoriamo con immenso rispetto quale modello di goliardia cristiana.

La biografia di Ernesto è stata realizzata grazie a Polygen un programma che genera frasi casuali ma che spesso, come in questo caso, nascondono un fondo di verità.

martedì 18 novembre 2008

Il Gabbiano Jonathan Livingston




Grazie Aldo, citando il libro di R. Bach, ci hai fatto ripensare ad un momento importante del nostro primo anno di liceo.

A qualcuno forse farà piacere rileggere il libro e QUI potrete saricarvelo gratis.

Per chi non ha tempo e voglia di leggerlo ecco un video e alcune frasi celebri del racconto di Bach su cui riflettere ancora....dopo 35 anni.

Non dar retta ai tuoi occhi, e non credere a quello che vedi. Gli occhi vedono solo ciò che è limitato. Guarda col tuo intelletto, e scopri quello che conosci già, allora imparerai come si vola.

Ciascuno di noi è, in verità, un'immagine del grande gabbiano, un'infinita idea di libertà, senza limiti.

D'ora in poi vivere qui sarà più vario e interessante...
Noi avremo una nuova ragione di vita.
Ci solleveremo dalle tenebre dell'ignoranza, ci accorgeremo di essere creature di grande intelligenza e abilità.
Saremo liberi!
Impareremo a volare!

Ed egli imparò a volare, e non si rammaricava per il prezzo che aveva dovuto pagare.
Scoprì che erano la noia e la paura e la rabbia a rendere così breve la vita di un gabbiano.

(Richard Bach da "Il gabbiano Jonathan Livingston")

venerdì 14 novembre 2008

"Fuga" per la vittoria



Dedicato ai ragazzi della 5F che rincorrono da 50 anni i loro sogni di gloria e si trovano sempre al punto di partenza!
Non vi preoccupate, quel che conta è avere sempre una via di...fuga.

mercoledì 12 novembre 2008

Ma Ghioela en Man

Ecco una bella canzone popolare irlandese (titolo originale "Mo Ghile Mear") interpretata da Sting e dal gruppo folk " The Chieftains" che in questo video fa da sottofondo ad un film ambientato nel medioevo.
Ve la propongo perchè potrebbe fare da sigla alla nostra emittente Brutta Ghiolla International, se il comitato di redazione la approva.
Il testo originale con relativa traduzione in italiano è riportato sotto al video ma la parte più interessante è quella del coro che ho cercato di tradurre così come si pronuncia in Ghiollese Moderno (da non confondere con quello antico ) che è la lingua ufficiale del trio Mark Ernie & Max.

Buon ascolto!

Coro:
Scemma lec ma Ghioela ma
Scemma essa ha Ghioela en Man
O suonn' scenne e vo’ raspè
A qui che gh’an ma Ghioela en Man



Chorus:
'Se/ mo laoch, mo Ghiolla Mear
'Se/ mo Chaesar Ghiolla Mear
Suan na/ se/an ni/ bhfuaireas fe/in
O/ chuaigh i gce/in mo Ghiolla Mear

Grief and pain are all I know
My heart is sore
My tears a'flow
We saw him go ....
No word we know of him...
Chorus

A proud and gallant cavalier
A high man's scion of gentle mien
A fiery blade engaged to reap
He'd break the bravest in the field
Chorus

Come sing his praise as sweet harps play
And proudly toast his noble frame
With spirit and with mind aflame
So wish him strength and length of day
Chorus

Coro:
Lui è il mio eroe, la mia sola luce
Lui è il mio Cesare, la mia sola luce
Non ho trovato né riposo né sonno da quando è andato lontano, la mia sola luce vivifica

Afflizione e dolore sono tutto ciò che conosco.
Il mio cuore è dolente
le mie lacrime un fiume
Lo vediamo andare…
Non conosciamo nessuna sua parola…..
Coro

Un cavaliere orgoglioso e gentile
Uno di nobile nascita e di viva intelligenza
Una lama fiera assunta per combattere.
Egli ha ucciso il più coraggioso del campo.
Coro

Poi canteremo il suo elogio così come suonano le dolci arpe
E brinderemo orgogliosamente alla sua nobile fama
Con mente e animo infiammato
Per augurargli giorni forti e lunghi
Coro

Le angosce della gente

Durante un recente viaggio in America abbiamo svolto un'indagine per sapere quali dubbi, paure e incertezze ha la gente comune in questo periodo di profonda crisi.
L'elezione di Obama a Presidente degli Stati Uniti ha sicuramente portato una ventata di ottimismo e gli americano guardano al loro futuro con maggiore fiducia.Tuttavia è difficile superare le angosce che spesso hanno radici profonde e antiche e nelle risposte che abbiamo ricevuto alla domanda:

"qual'è il vostro dilemma, la domanda a cui non riuscite a dare una risposta e che vi impedisce di guardare al vostro futuro con più ottimismo?"

tutti, a prescindere dall'età, dal sesso, dalla condizione sociale, hanno risposto allo stesso modo.

Ecco come:



Discover !

venerdì 7 novembre 2008

Le LAT(R)INIADI

Ho pensato di lanciare un nuovo concorso per trovare il miglior latinista della Quinta Effe.
Molti anni sono passati dall'ultima versione di latino ma con un piccolo sforzo sono sicuro che riuscirete a tradurre in modo originale il testo di Cicerone che vi propongo.
Il concorso è aperto anche a concorrenti di altre classi e scuole purchè abbiano più di 50 anni e non abbiano mai studiato seriamente la lingua latina.

Da: Cicerone - Cato Maior de Senectute

O Tite, si quid ego adivero curamve levasso,
Quae nunc te coquit et versat in pectore fixa,
Ecquid erit praemi?

Traduzione di Massimo:

L'Otite, che a dire il vero io ti ho curato e guarito,
Invece di cuocerti e versarti sul petto della colla,
Era quindi il giusto premio che ti meritavi?



Attendo la vostra versione e vinca il migliore!


P.S.: vi propongo una serie di frasi latine, tradotte magistralmente, che ho trovato sul bellissimo sito Sette in Condotta che vi invito a visitare.

Romanarum matronarum pallas (trad - i mantelli delle dame romane)
“Le palle delle dame romane”
Rem album amo (trad - Io adoro le cose serene)
“Io adoro l’album dei R.E.M.”
Pax insigna est (trad - La pace è eccezionale)
“L’insegnante è pazzo”
Eamus cubitum (trad - Andiamo a dormire)
“Mangiamoci i gomiti”
Roma ventus est (trad - E’ venuto a Roma )
“A Roma c’è vento”
Totium regis Romae (trad - Di tutti i re di Roma)
“Totti re di Roma”
Tu quoque Brutus, fili mi. (trad - Anche tu Bruto,figlio mio.)
“Sei un pessimo cuoco, figlio mio”
Bello indico (trad - La guerra indigena)
“Il bell’indianino”
Dormiebat in cubi-culo patris (trad - Dormiva nella camera del padre)
“Dormiva sul sedere del padre fatto a cubo”
Alea iacta est (trad - Il dado è tratto)
“Il gioco dei dadi deve essere divulgato”
Equus est bonus comes equitis (trad - Il cavallo è un buon compagno per i cavalieri)
“Il cavallo è buono in coma”
Senectus ab hominibus morbus putatur (trad - La vecchiaia è considerata dagli uomini una malattia)
“Seneca è considerato dagli uomini una malattia”
Caius Marius, humilis originis, ...(trad - Caio Mario, di umili origini, ...)
“Caio Mario uomo di bassa statura fin dalla nascita”
Procellam nautae timent (trad - I marinai temono la tempesta)
“I maiali hanno paura di nuotare”
...ab suis fraude nacatus est (trad - Fu ucciso con l’inganno dai suoi)
“Fu ucciso dalla scrofa fraudolenta”
Magna cum prudentia (trad - Con grande prudenza)
“Mangia con prudenza
Orbis te non caperet (trad - La terra non ti reggerebbe)
“Non ti caverebbero gli occhi”
Quid volat super Marius? (trad - Cosa vola sopra Mario?)
“Cosa, Super Mario vola?”
Milites mittebant pilam (trad - I soldati lanciavano il giavellotto)
“Il soldato si depila”
Filii dixerunt bovem maiorem esse (trad - I figli dissero che il bovino era più grande)
“Il figlio del Dixan era più grande del bue”
Silva vasta erat (trad - La foresta era vasta)
“Silvia era grassa”
Capite nudo in pugna (trad - A capo scoperto in mezzo alla battaglia)
“Capitato nudo in mezzo allo scontro”