domenica 23 novembre 2008

Le "FAVOLE" della Quinta Effe

Ernesto era un giovane fannullone che da 71 anni conduceva una vita deprimente in mezzo a donne di strada in un villaggio turistico. Il suo sogno segreto era tuttavia quello di imparare a fare il verso dei microcani per costruire una torre altissima o magari anche solo di adorare la mistica Ghiolla a Pois che regolava i destini dei popoli. Invece non poteva far altro che perdere tempo con il suo monotono amico Massimo , che era un perfetto lazzarone e non voleva sentir parlare di imparare a fare il verso del bidellodonti.
Un giorno particolarmente imprevedibile, Ernesto fu mandato da sua zia al crocevia per rubare la legna. Si sentiva di lontano il frinire dei mucconigli, ed era un mattino effervescente, cosi' il nostro Ernesto decise di prendere una scorciatoia. Ben presto, pero', si accorse di essersi infangato in una buca e si spavento'. Ma ecco che fu visitato da un bidelloniglio che gli disse: 'Ricorda il tuo amico Marco!' Allora Ernesto si commosse pochissimo poiche' la storia di Marco gli era indifferente . Marco si nascondeva da un branco di cinghiali e aspettando in mezzo a un accampamento di girovaghi era stato supplicato da una creatura ermafrodita dotata di una voce soave. Costui lo aveva pregato di regalare un Orecchino Profumato di Cartapesta per poter curare la sua grave tossicodipendenza. Mosso da fastidio, Marco aveva quindi accettato di buon grado. Poi pero' l'altare degli scudieri si era incendiato mentre lui passava, impedendogli di ammazzare qualche farfalunte. Mentre Marco scappava verso i prati verdi della sua giovinezza gli capito' di udire ancora quella voce dolce che sospiro' dietro di lui: 'Miserabile benefattore, lascia che ti prenda! Col cazzo ti offriro' un altro momento di gentilezza! Che tu possa precipitare in una fossa ad ogni passo!' E allora Marco si rallegro' di aver offeso Bruno, la Dea dei Guai e si rallegro' sapendo che non avrebbe avuto altro che sfighe nella vita.
E dunque Ernesto si desto' di botto e scopri' di avere davvero in tasca un Portachiavi di Velluto. Mentre tornava verso casa, era cosi' effervescente che una strana figura sul viale gli sembro' una brutta Ghiolla dal volto incazzato che veniva verso di lui, ma invece si trattava solo di sua nonna che gli corse incontro e lo abbraccio' perche' aveva perso le uova ed era in grave ritardo; Ernesto tuttavia non si preoccupo' poiche' la storia che aveva ricordato era un esempio di saggezza e seppe nel suo cuore che credendo fervidamente nel suo nuovo Astuccio d'Argento prima o poi sarebbe riuscito a redimere qualche farfaporco.

La favola di Ernesto è stata realizzata grazie a Polygen un programma che genera frasi casuali ma che spesso, come in questo caso, nascondono un fondo di verità.

2 commenti:

cornicch ha detto...

Incredibile il polygen: lo userò anche per lavoro!

Anonimo ha detto...

ahahahahaaaaaaahhhhhhhhhhhhhhhhhaaaaaaaaaaaaaahahhhhhhhhhhhhhhhhhhhhaaaaaaaaaaaaaaa......
ho letto solo ora ..........meno male che sono sdraiato.....cazz!!!e sono andato pure a un corso di scrittura creativa,,!!! (veramente li c'era la prof che era da urlo...ho urlato invano, non me l'ha data, la patente di scrittore intendo). appena mi ci metto scrivo anchio un racconto su capati e su celentano...nell'attesa.. saluto tutti i lettori e il capo redattore... ciao max
erny..